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Dove corre il lavoro del futuro?

Lavori del futuro? Se ne parla tanto e molti sedicenti guru dicono la loro.

Ma oggi abbiamo dati a medio termine che possono fare la differenza nelle nostre scelte e decisioni.

Secondo Il Sole 24 Ore sono tre gli elementi che giocheranno un ruolo determinante nelle professioni dell’immediato futuro, entro il 2024:

- La sanità come settore;

- Il digitale come competenza trasversale (e, aggiungiamo noi, imprescindibile);

- La formazione come specializzazione.


Questi dati sono stati raccolti da Alteredu che ha incrociato i dati del report Excelsior Unioncamere-Anpal con quelli del proprio osservatorio con l’obiettivo di permettere a studenti e professionisti di scegliere il proprio percorso formativo tenendo conto dei dati relativi alla maggior parte dei settori economici.


Ma perché proprio Sanità, Digitale e Formazione?


La pandemia che stiamo vivendo ha determinato la morte di alcuni settori e la crescita esponenziale di altri, come la richiesta di competenze sanitarie, per ovvie ragioni.

Il digitale sta aprendo a sempre nuovi scenari e opportunità, sarà pertanto necessario individuare figure altamente specializzate e tecniche per farvi fronte, basti pensare ai nascenti settori dell’intelligenza artificiale e dell’automazione industriale.

Sarà dunque necessaria un’unione tra formazione, cultura e tecnologia che darà vita ad una sempre maggiore richiesta di figure che sappiano porre al centro il cliente, come il category manager o l’e-commerce manager, figura in grado di definire le strategie di marketing dell’azienda in relazione agli obiettivi.

E le skills?


Sono 4 quelle in cui investire: Personal branding, curiosità, capacità di fare network e maturità emotiva.

La capacità di far conoscere e farsi conoscere all’esterno, la voglia di scoprire cose nuove, in particolare in direzione dell’intelligenza artificiale e del machine learning ma anche l’intelligenza sociale e l’empatia, abbinati ad una buona dose di proattività.


Ma come sono stati calcolati questi numeri?


Analizzando il quinquennio 2019-2014 si è notato che 2,5 milioni di occupati sono stati sostituiti per raggiungimento dell’età pensionabile, di conseguenza è previsto un fabbisogno occupazionale per la fine del quinquennio tra 1,9 e 2,7 milioni di nuovi lavoratori.

Attraverso un’analisi dei dati Var (Vector autoregressive model) è possibile comprendere le variazioni delle domande di lavoro e, attraverso un calcolo matematico, identificare in che modo si evolveranno i dati occupazionali.

Ne deriva dunque una richiesta di personale qualificato nelle attività commerciali di 175mila nuovi dipendenti, 162mila professionisti tecnici nelle attività finanziarie e amministrative e 137 mila specialisti delle scienze sociali e umane.

Fonte: Il Sole 24 Ore.

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